"Li ho visti i ragazzi del 99-. Andavano in prima linea cantando. Li ho visti tornare in esigua schiera. Cantavan ancora".La prima guerra mondiale ha avuto la sua meglio gioventù, immortalata dal generale Diaz con queste parole. Erano i ragazzi nati nel 1899, l'ultima leva ad essere chiamata alle armi, 265mila italiani inviati a resistere sul Piave.Un'intera generazione di adolescenti, spesso non ancora diciottenni, che contribuì in modo decisivo alla vittoria.Oggi siamo di fronte a quella stessa generazione, ma che ha visto la luce esattamente cento anni dopo. Sono i ragazzi nati nel 1999. Ora l'Europa vive un lungo periodo di pace e di guerre sul campo da combattere per fortuna non ce ne sono.Ma anche questi ragazzi vivono andando incontro alla vita cantando (come diceva Diaz).Non vanno più in guerra dunque, ma le loro piccole-grandi battaglie si consumano nelle trincee dei banchi di scuola, in casa. E poi partono anche loro, ma per ben altri motivi: per studiare all'estero, per conoscere il mondo grazie ai viaggi low cost, per fare volontariato o per una gara sportiva.Insomma, oggi si diventa grandi in ben altro modo. Ma c'è un filo che lega sempre le varie generazioni, alcuni tratti dell'età restano gli stessi di secolo in secolo. Radio 24 ha deciso di raccontarveli i ragazzi del 99 che quest'anno diventano grandi. Incontrandoli e facendoli parlare: di cosa fanno, cosa pensano, cosa vorrebbero cambiare e come disegnano il loro futuro.Ritratti di ragazzi straordinariamente normali.
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