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Al nord quell’anno fece molto freddo. Nella casa in mezzo alla neve, la mamma lavorava dall’alba fino a notte per nutrire e curare i suoi quattro figli. Pescava, cucinava, puliva, mentre i bambini giocavano tutto il giorno.Quando rientravano, verso sera, avevano ancora richieste da farle:- "Puoi scrollare la neve dai miei stivali?", chiedeva il maggiore.- "Il mio vestito è bagnato; puoi asciugarlo al fuoco?", pretendeva il secondo.Un giorno di ghiaccio e tormenta la madre andò a pescare perché non c’era più cibo e, quando tornò a casa, si mise a letto perché era molto malata.- "Ho molta sete.", disse ai suoi figli.- "Potete andare al fiume a prendere un po’ d’acqua?"Ma i figli si rifiutarono. - "Non ho il cappello e nevica forte." disse il secondo.- "La mia giacca è bagnata", rispose il terzo.E il minore non disse nulla e ignorò la richiesta della madre.Come al solito uscirono poi a giocare e tornarono verso sera a reclamare la cena. Ma quando tornarono a casa, rimasero a bocca aperta a guardare la madre: stava in mezzo alla stanza e li guardava fissa, mentre, pian Cuculopiano, si trasformava in un uccello. Li guardò un’ultima volta, poi volò via lontano e rispose ai loro richiami con un:- "Cu … cu … non tornerò mai più."La mamma era diventata, a causa dell’ingratitudine dei figli, l’uccello cucù, il quale non fa mai il nido, depone le uova nei nidi degli altri uccelli, non cova le uova e non nutre i suoi piccoli.