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Oggi abbiamo il piacere di presentarvi il nostro primo articolo pubblicato in doppia versione: Testuale e Podcast. Filippo Salerno, Agronomo Trapanese e Referente Provinciale di AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) è stato il primo, fra i nostri intervistati, che si è reso disponibile a registrare il suo contributo e renderlo fruibile gratuitamente su Oiltogether.it . Ringraziamo quindi Filippo per la sua disponibilità ed andiamo subito a scoprire di cosa abbiamo parlato: Come fare e riconoscere l’Olio Buono. Innanzitutto bisogna distinguere l’Extra-Vergine dal semplice Olio di Oliva. L’Extra-Vergine si distingue per la sua scarsa acidità libera, espressa in acido oleico (< 0,8% ). Alcune DOP e DOC poi possono prevedere percentuali di Acido Oleico (IGP Sicilia per esempio prevede una quota inferiore allo 0,5%). Di che colore è l’Olio Extra-Vergine di Oliva? L’Extra-Vergine non si distingue dalla colorazione. Il colore verde cui spesso si associa l’Olio appena spremuto indica una forte presenza di clorofilla. Questa però può essere aggiunta successivamente (adulterazione) e quindi può trarre in inganno il consumatore. Come si riconosce L’Olio Buono? L’Olio Buono si riconosce dall’Odore e dal Sapore. Lo strumento ideale per assaggiarlo è l’apposito bicchierino di colore blu (appunto per non permettere al colore di trasparire ed influenzare la valutazione), dalla caratteristica forma bombata per poggiare bene sul palmo della mano e riscaldarlo tanto quanto serve per permettere una lieve evaporazione. Il Vino, a differenza dell’Olio, non necessita di essere scaldato in quanto l’alcool è già volatile per sua natura. Dall’odore possiamo percepire fragranze di fruttato maturo o acerbo e scoprire lo stadio di maturazione del frutto al momento della raccolta. Le essenze di fruttato sono generalmente quelle più volatili. Se un olio non presenta queste essenze, le olive